        CASTEGNATO - Toscani 100%, come lui tutti di nome Lorenzo. Nulla per&ograve; a che fare con la storia di Lorenzo di Piero de' Medici, detto il Magnifico, scrittore, mecenate, poeta e tra i pi&ugrave; significativi personaggi del Rinascimento fiorentino e neppure con Giovanni Lorenzo Bernini, scultore, urbanista, architetto, pittore, scenografo e commediografo italiano. Qui, parliamo e facciamo conoscenza con Lorenzo Bernini, giovane pilota del Progetto Pata Talenti Azzurri FMI Enduro vincitore nel 2022 del Campionato Europeo Junior EJ2 e Vice Tricolore agli Assoluti della classe Youth. Insomma un autentico &ldquo;rookie&rdquo;, classe 2002, vent&rsquo;anni compiuti lo scorso 13 ottobre, Lorenzo Bernini rappresenta una delle pi&ugrave; recenti promesse dell&rsquo;enduro azzurro brillando anche alla Sei Giorni in Francia nella classifica di Club con Kevin Cristino e Luca Colorio dopo essere stati sempre nelle primissime tre posizioni fino all&rsquo;ultimo.  Lorenzo Bernini, l'esordio e l'avvicinamento all'enduro  Come ti sei avvicinato all&rsquo;enduro?Ho iniziato con un PW 50 che mi ha regalato mio pap&agrave; Fabrizio essendo un grande appassionato di cross a livello amatoriale seguendo come spettatore anche gare di mondiali in Europa a cui mi portava. Anche se ero solo un bambino, all&rsquo;insaputa di mia mamma Gloria, pap&agrave; riusc&igrave; a farmi partecipare con una KTM 50 a una gara di Mini Supercross in Toscana arrivando primo. A causa di un serio infortunio mi sono per&ograve; fermato per alcuni anni con le gare di cross senza per&ograve; smettere di andare in moto fino a quando insieme alla mia famiglia abbiamo deciso di provare a partecipare a una gara di minienduro, che subito mi &egrave; piaciuta. Ho avuto tante difficolt&agrave;, infortuni, gare sfortunate. Tutto questo mi ha per&ograve; fatto crescere come carattere perch&eacute; l&rsquo;enduro &egrave; una esperienza di vita, ci vuole determinazione, gioiere per le vittorie e mai scoraggiarsi davanti alle sconfitte Come descriveresti l&rsquo;enduro ai ragazzi della tua et&agrave;?L&rsquo;enduro &egrave; scuola di vita.&nbsp;&Egrave; uno sport impegnativo, faticoso ma completo perch&eacute; ti coinvolge al 100%. Ti insegna a gestire gli imprevisti&nbsp;nella guida sui vari percorsi. Ti indirizza a come affrontare le gare educandoti alla forma fisica. Ti fa capire delle persone di cui avere fiducia anche se devi contare soprattutto su te stesso&nbsp;e sulle tue capacit&agrave;. Campione Europeo Junior EJ1 su una 250 2T, mentre al Mondiale Youth hai corso con 125 2T finendo 11&deg;.La vittoria del titolo europeo EJ1 con la Beta 250 2T &egrave; stata una grande soddisfazione personale anche se devo ringraziare tutte le persone che mi hanno seguito e aiutato. Al Mondiale Youth ho debuttato preparandomi al meglio anche se inizialmente ho sofferto causa un brutto infortunio al primo GP in Spagna rimanendo fermo per 4 giornate. All&rsquo;ultimo GP in Germania mi sono ritirato al sabato per problemi tecnici. Diciamo che ho fatto tutto il possibile per concludere il campionato, orgoglioso di aver portato la mia Beta 125 in undicesima posizione nel Mondiale Youth 2022.&nbsp;Meglio la 250 2T o la 125 2TSono due moto totalmente diverse. La 250 &egrave; una moto caratterizzata da un motore stupendo in ogni situazione. Con la 125 cambia tutto. &Egrave; agile, leggera nei cambi di direzione ma per essere competitivi devi tenerla sempre su di giri con ogni componente sempre al top. Se dovessi scegliere dico che preferisco la 250 visto che alla Sei Giorni ho corso proprio con questa cilindrata.&nbsp; Il progetto Pata Talenti Azzurri FMI Enduro  Hai preso parte agli Assoluti d&rsquo;Italia, Campionato Europeo, Mondiale EnduroGP. Esistono differenze qualitative in questi tre campionati come caratteristiche tecniche e dei percorsi?Nel 2022 ho partecipato davvero a tante gare che mi sono servite anche per capire se l&rsquo;enduro per me era solo uno sport per divertimento o se a diciannove anni sarei stato capace di tante rinunce per seguire la passione per l&rsquo;enduro. Agli Assoluti d&rsquo;Italia ho portato a casa la seconda posizione nella Youth, vinto il titolo europeo EJ2, sfiorato la top ten nel mondiale Youth con una 11&deg; piazza partecipando solo 11 giornate di gara delle 16 disputate. Diciamo che ho centrato i miei obbiettivi in campionati di grande valore e competitivit&agrave;. Gli Assoluti e l&rsquo;Europeo si assomigliano come tipologie di speciali anche se il primo &egrave; composto da differenti giri di percorso a giornate. Il Mondiale ha speciali come l&rsquo;Enduro Test e Cross Test molto pi&ugrave; lunghi e veloci, mentre le Estreme Test sono tutte estremamente tecniche rispetto agli Assoluti e Europeo. Cosa si prova a essere stati selezionati per far parte dei giovani del Progetto Pata Talenti Azzurri FMI Enduro?Posso essere solo orgoglioso e felice di essere stato chiamato a far parte di questo gruppo di giovani seguiti da tecnici FMI di grande esperienza come il CT Enduro Cristian Rossi, Alex Zanni e Andrea Balboni con cui abbiamo svolto un grosso lavoro prima, durante e dopo le gare. L&rsquo;enduro oltre che impegnativo come fattore umano &egrave; anche costoso ed il contributo spese come Borsa di Studio FMI &egrave; fondamentale per noi giovani. Chi ti segue come preparazione delle tue moto?Le moto in generale sono seguite da mio pap&agrave; Fabrizio che ha un&rsquo;officina. A lui devo molto perch&eacute; mi sa consigliare grazie alla sua esperienza di tecnico. Nel 2022 ha per&ograve; potuto seguirmi solo all&rsquo;Europeo perch&eacute; il team con cui ho gareggiato non ha partecipato. Agli Assoluti e Mondiale mi ha assistito Nicol&ograve; Mori che colgo l&rsquo;occasione di ringraziare. Quarti con l&rsquo;Italia in Maglia Azzurra nella classifica di Club alla Sei Giorni in Francia con Cristino e Colorio. Si poteva salire sul podio?Esperienza Unica. Tutto Super con l&rsquo;Italia in Maglia Azzurra anche se la 4&deg; posizione mi ha bruciato e mi brucia ancora e spero solo di potermi riscattare. Nelle prime giornate siamo anche stati al comando della classifica di Club, nonostante fossimo dei bambini nei confronti di mostri sacri dell&rsquo;enduro come Meo, Nambotin, Renet. Poi purtroppo io ho dovuto mollare un po&rsquo; causa la distorsione a un ginocchio. Colorio ha perso tempo prezioso per qualche scivolata, mentre Cristino ha dato il massimo. Peccato avere sfiorato il podio.  Voglio andare avanti con l'enduro, ma cambiando moto nel 2023  Ora per&ograve; &egrave; tempo di pensare al 2023. Cosa farai?Dai il 2022 l&rsquo;ho chiuso bene nell&rsquo;anno di partenza. Prima vedevo solo il divertimento adesso ho capito che voglio andare avanti con l&rsquo;enduro cambiando moto per il 2023. Sar&ograve; pilota GASGAS con il Team GTG Motogamma in una classe che definiremo in inverno dopo aver effettuato dei test. Dopo aver appena ricevuto il premio Leone Rampante da parte di Alessio Spinelli, Sindaco di Fucecchio per la mia attivit&agrave; sportiva, continuer&ograve; a sviluppare un progetto nel territorio di Fucecchio e Santa Croce sull&rsquo;Arno dove vivo. L&rsquo;obiettivo &egrave; di diffondere l&rsquo;enduro e utilizzare lo sport come mezzo di integrazione e inclusione nel rispetto delle regole e dei valori dello sport.        

Conosciamo Lorenzo Bernini, giovane pilota del Progetto Pata Talenti Azzurri Enduro FMI Campione Europeo 2022 Junior EJ2 e vice tricolore Assoluti Youth.

Enduro, Lorenzo Bernini: il rookie del progetto Pata Talenti Azzurri FMI

        Comunque sia finita, la 96&ordf; Sei Giorni Enduro in Francia &egrave; stata sicuramente una delle pi&ugrave; belle, combattute, incerte e ricche di colpi di scena, con organizzazione perfetta e percorsi bellissimi tra le alture montane del Massiccio Centrale dell&rsquo;Occitania. Facciamo un giro dietro alle quinte di questa Sei Giorni FIM Enduro in Francia.  Il Presidente FMI Copioli d&agrave; la carica alla Maglia Azzurra  Giovanni Copioli non &egrave; solo il Presidente FMI, ma soprattutto grande appassionato di enduro e tifoso dell&rsquo;Italia seguendo nuovamente tutta la Sei Giorni dei dieci piloti in Maglia Azzurra con record di 12 presenze per Oldrati, 8 Salvini, 7 Verona, 3 Spanu, 2 Cristino, Rinaldi, Colorio. Tre gli azzurri al debutto: Bernardini, Lesiardo, Bernini.  Alex Salvini quale futuro nel 2023?  Concentrato al massimo nella sua nona Sei Giorni con la squadra del Trofeo Mondiale in Maglia Azzurra, rumors del paddock vorrebbero per Alex Salvini un interessamento della Fantic non solo per l&rsquo;Enduro. Altre voci vedrebbero per Salvini due alternative; una un probabile impegno anche nei Rally, l&rsquo;altra un&rsquo;eventuale collaborazione con Fantic come collaudatore dei modelli 4T.  &nbsp; Dream team 11 volte iridato tra i Club  Pubblico francese in delirio al passaggio della squadra di Club composta da Antoine Meo (5 titoli), Christophe Nambotin (3 titoli), Pela Renet (2 titoli, 1 in MX3). Meo ha corso con una Kawasaki C1 stranamente sponsorizzata &ldquo;Ducati Esprit&rdquo; con voci del paddock che lo vorrebbero tester del progetto Ducati MXGP e EnduroGP.  KTM, &egrave; sempre record insieme a Husqvarna  Delle 541 moto partenti, la KTM ha riaffermato la propria leadership che dura ormai da un 21 anni nel confronto con le altre marche con ben 181 moto al via. Queste le altre marche: Husqvarna 112, Sherco 61, GASGAS 48, Beta 42, Yamaha 24, Honda e Fantic 22, Rieju 19, TM 11, Kawasaki 1.  Cronometristi Made in Italy  Lo Staff Crono FMI guidato da Fabio Di Meo impegnato da 20 anni nelle gare tricolori e nel 2021 alla Sei Giorni in Italia ha effettuato con 15 addetti il servizio cronometraggio affiancato da altri 12 crono francesi.  &nbsp; Nel Mondiale Enduro Estremo passa al comando Manuel Lettenbichler  Doppia trasferta oltre Oceano in agosto per il Campionato Mondiale Enduro Estremo AKnockout a Sequatchie. Successivamente in Canada la Red Bull Outliers il 27-28. Al suo debutto nel Campionato del Mondo Enduro Estremo, il canadese Trystan Hart si &egrave; imposto alla TKO. Hart ha preceduto Lettenbichler (Ger-KTM) e Roman (Spa-Sherco) con questa classifica iridata: Roman punti 88, Lettenbichler 87, Jarvis (Gbr-Husqvarna). Nella gara canadese, disputata a Calgary, vittoria di Lettenbichler davanti a Hart e Roman. Il tedesco della KTM &egrave; cos&igrave; passato al comando della classifica di campionato rendendo ancora pi&ugrave; incerta l'ultima prova alla Hixpania del 7 ottobre con questa classifica: Lettenbichler punti 107, Roman 103, Jarvis 82.  Moto dei piloti USA troppo rumorose  Durante le verifiche tecniche una ventina praticamente di moto dei piloti Usa si sono sottoposte ad almeno cinque/sei controlli fonometrici per ridurre per l&rsquo;eccessivo rumore oltre i 118/120 decibel. Sono cos&igrave; stati modificato gli interni degli scarichi perch&eacute; nelle gare Usa la prova fonometrica &egrave; effettuata con motore al minimo, mentre nella EnduroGP e Sei Giorni a gas spalancato e il rumore non deve essere superiore a 112 decibel pi&ugrave; altri 2 di tolleranza massima. Assistenze record per lo stesso Team di Salvini  Oltre all&rsquo;assistenza di Alex Salvini, degli inglesi Harry Edmondson e Jed Etchells, dei Trofei Mondiale e Junior del Cile, il Team JET-Zanardo ha seguito con il proprio staff di 14 meccanici e addetti, 39 piloti di 9 nazioni tra italiani, brasiliani, giapponesi, australiani, Sud America, Nuova Zelanda. &nbsp; Percorso e speciali  Circa 1300 i km. del percorso di questa Sei Giorni, articolati sempre in un giro a giornata tra i 260/280 km. 13 le differenti speciali, tutte da un minimo di 5 Km a 7.5 km. Il Day1 e Day2 sono state disputati 5 Cross Test. 3 Cross Test e 2 Enduro Test nel Day3 e Day4. Nel Day5, 1 solo Enduro Test e 4 Cross Test. Sabato la prova finale di Cross tracciata all&rsquo;interno del paddock. Lucchetti sulle moto in Parco Chiuso  Per scoraggiare eventuali furti di moto l&rsquo;organizzazione ha previsto l&rsquo;applicazione di un lucchetto da parte dei piloti sulle proprie moto. Prima del via sono comunque state rubate in zona paddock otto moto di appassionati.  Resiste il record di partenti del 2021 in Italia  Questi i partenti delle ultime Sei Giorni: 2013 Sardegna 620, 2014 Argentina 347; 2015 Slovacchia e 2016 Spagna 546, 2017 Francia 546, 2018 Cile 437, 2019 Portogallo 508, 2021 Italia 634, 2022 Francia 541. &nbsp;  L'Argentina organizzer&agrave; la sei giorni nel 2023  Dopo quasi cinque anni di pausa, la FIM ISDE torner&agrave; in Sud America. San Juan, in Argentina, dar&agrave; il benvenuto alla gara motociclistica fuoristrada pi&ugrave; antica del mondo nel 2023 dopo averla ospitata l&rsquo;ultima volta nel 2014.Sar&agrave; sicuramente una gara spettacolare grazie all&rsquo;incredibile paesaggio naturale di questa terra, ai numerosi appassionati di Enduro presenti in regione e all&rsquo;eccezionale comitato organizzatore.&Egrave; in fase di elaborazione il percorso che sar&agrave; completamente nuovo, il che significa che coloro che hanno gareggiato nel 2014 si troveranno davanti nuovi terreni e percorsi. Anche il paddock sar&agrave; situato in una nuova location.La gara si svolger&agrave; all&rsquo;inizio di novembre 2023, garantendo le temperature ottimali per la gara. Le date esatte e ulteriori dettagli saranno forniti prossimamente.  I numeri dei partecipanti  22 squadre in gara nel Trofeo Mondiale con un totale di 88 piloti, 16 Junior con 48, 8 nella Woman con 24, 127 i Club con 381 con un totale 541 di piloti. Pilori per nazioni: 41 Italia, 114 Francia, 6 Svizzera e Austria, 10 Svezia, 16 Belgio, 22 Rep. Ceca, 8 Rep. Slovacchia, 4 Estonia, 14 Finlandia, 2 Israele, 4 Polonia , 7 Lituania, 40 Germania, 36 Spagna, 46 Gran Bretagna, 20 Olanda, 1 Norvegia, 10 Portogallo e Svezia, 7 Grecia, 11 Australia, 12 Nuova Zelanda, 6 Canada, 31 Stati Uniti, 4 Giappone, 10 Venezuela, 29 Messico, 11 Cile, 3 Sud Africa.  Sei giorni resta sempre un affare  L&rsquo;iscrizione di 900 &euro; a pilota delle 22 squadre del Trofeo Mondiale, 16 Trofeo Junior, 750 &euro; degli 9 Trofeo Woman, 900 &euro; sempre a pilota per i 133 Club, sono stati incassati prima del via circa 506.250mila &euro;. L&rsquo;organizzazione francese ha comunque dovuto versare alla FIM circa il 13% &euro; di diritti. Sempre nelle casse FIM sono entrati anche circa 130/135mila &euro; per i 300 &euro; della Licenza Internazionale "One Event" conteggiata su 400/450 piloti in in quanto non meno di 124 piloti l&rsquo;hanno gi&agrave; per partecipare al Mondiale EnduroGP 2022.       

Una Sei Giorni comprendente ben 13 differenti speciali, tutte comprese tra i 5 e i 7 km, ha finalmente visto vincere i grandi protagonisti degli ultimi sette anni del Mondiale EnduroGP

Dietro le quinte della Sei Giorni Enduro 2022 in Francia

PESO DA R&Eacute;GUA - Due Gran Premi su due completati; se non si era gi&agrave; giocato l&rsquo;altra settimana in Spagna, in Portogallo si &egrave; fatto ancora pi&ugrave; sul serio nel weekend portoghese, valido come secondo round del Campionato Mondiale WTPGlobal FIM EnduroGP 2022. Infatti, lo si &egrave; fatto ancora di pi&ugrave; nel primo dei due GP in programma quest&rsquo;anno in Portogallo, il secondo sar&agrave; a Coimbra l&#39;1-3 luglio dopo la prova italiana di Carpineti del 24-26 giugno.    Nella foto grande in apertura Wil Rupret, qui sopra Andrea Verona  Questa volta abbiamo assistito a una gara ricca di colpi di scena, conferme, sorprese, rivincite, cadute, infortuni, questi ultimi suonati come un vero a proprio campanello d&#39;allarme per la sicurezza dei piloti.    Nella foto sopra Hamish MacDonald  Se l&#39;asticella della EnduroGP si era gi&agrave; elevata ai tempi delle mitiche sfide tra Salvini, Meo e Renet, innalzandosi ulteriormente prima e dopo la pandemia anche perch&eacute; con il maggior numero di partecipanti delle classi Junior, Youth e delle tre categorie Open le speciali ora si scavano maggiormente. Forse quest&rsquo;anno siamo arrivati al picco con le velocit&agrave; delle moto in speciale unite alle condizioni dei terreni, che dovrebbero far riflettere per l&rsquo;incolumit&agrave; di chi corre, cercando di rendere meno veloci i tratti pi&ugrave; rapidi delle Enduro Test e Cross Test.  &nbsp;  Nella foto sopra Hamish MacDonald infortunato al ginocchio destro  Cos&igrave;, dopo Holcombe caduto in Spagna e costretto a saltare la trasferta portoghese per la lussazione della spalla sinistra e una forte contusione alla mano destra, questo GP del Portogallo ha segnato una preoccupante lista di infortunati. Il track inspector FIM Maurizio Micheluz, si &egrave; fratturato una clavicola sabato mentre percorreva la Enduro Test. A Micheluz si sono aggiunti Hamish McDonald, Brad Freeman e il nostro Lorenzo Macoritto. Percorsa dai migliori in oltre dieci minuti, la Enduro Test &egrave; risultata probabilmente troppo veloce e pericolosa senza chicanes per rallentare tra le rocce. Stesso discorso per il Cross Test per le pietre nascoste dalla terra e non visibili per la polvere. A subire le conseguenze peggiori &egrave; per&ograve; stato MacDonald; sabato mentre stava dominando la EnduroGP e la classe E2 fino all&#39;ottava speciale, nel corso della terza Enduro Test &egrave; caduto procurandosi la probabile lesione a legamenti del ginocchio destro. Freeman ha riportati una violenta contusione alla mano sinistra che ha condizionato la sua seconda giornata di gara dopo aver vinto la E3 sabato, mentre Macoritto si &egrave; infortunato al ginocchio sinistro che lo aveva gi&agrave; costretto a sei mesi di stop nel 2019.    Nella foto sopra Josep Garcia  Da dove iniziamo ora a raccontare questa gara? Dalle sorprese? Partiamo da Wil Ruprecht che dopo un inizio al rallentatore negli Assoluti d&rsquo;Italia, gi&agrave; la scorsa settimana in Spagna si era svegliato ottenendo una terza e quarta posizione nella EnduroGP per prendere la leadership della classe E2 con due secondi posti. Ruprecht, qui &egrave; risultato un missile vincendo sia la EnduroGP, sia la E2 dove &egrave; riuscito a piegare anche Josep Garcia. Diciamo che Ruprecht &egrave; stato forse anche il pi&ugrave; concreto nelle EnduroGP E2 agevolato anche dall&rsquo;infortunio di MacDonald, mentre Garcia non &egrave; mai riuscito ad impensierire l&rsquo;australiano del Team TM-Boano.    Nella foto sopra Davide Guaneri vincitore domenica in E3 con la debuttante Fantic XE 300 2T  Un&rsquo;altra piacevole sorpresa l&rsquo;ha regalata Davide Guarneri 10&deg; e 8&deg; in EnduroGP, mentre nella E3 dopo la seconda posizione di sabato, domenica &egrave; stato a dir poco strepitoso andando ad agguantare una vittoria con la debuttante Fantic XE 300 2T interrompendo il monopolio in questa classe del binomio Freeman-Beta. Guarneri, domenica ha saputo lottare fino all&rsquo;ultimo con lo svedese Mikael Persson riuscendo a precederlo 6.72 grazie al miglior tempo fatto registrare in sei speciali.    Nella foto sopra Thomas Oldrati  Le conferme? Cominciamo da Andrea Verona. Il due volte iridato della E1 non si &egrave; limitato a dominare la propria classe, ma ancora una volta &egrave; stato immenso, conquistando per due volte il terzo gradino del podio della EnduroGP. Mai una sbavatura, una sola piccola scivolata sabato in una speciale sfruttando al meglio la sua guida sciolta ed efficace in tutte le speciali sempre in top five, con il miglior tempo nella E1 in 14 prove e nelle restanti 11 (complessivamente sono state cronometrate 25 speciali di cui 6 Enduro Test, 6 Cross Test, 6 7 Super Test) sempre nelle prime tre posizioni.  Rivincite? Due in particolare, quella di Thomas Oldrati e Alex Salvini. Oldrati dopo le peripezie degli infortuni del 2021, quest&rsquo;anno &egrave; diventato di una concretezza a dir poco imbarazzante per come riesce a essere protagonista. I suoi numeri, qui, parlano chiaro: due volte secondo in E1 dove nelle 25 speciali disputate ne ha vinte 7 terminando le restanti sempre tra i primi tre.    Nella foto sopra Alex Salvini  Di grande valore anche i suoi due quarti posti nella EnduroGP, subito dietro Verona. Salvini &egrave; invece rinato in quella che &egrave; stata una gara durissima. Bravo Alex; una volta quinto e una terzo nella E2 in un bel confronto con Nathan Watson. Salvini nella EnduroGP ha invece centrato in pieno la top ten con una nona e sesta posizione.  I colpi di scena? Brad Freeman grande ma anche lui sfortunato perch&eacute; dopo la vittoria di sabato nella E3 e la quinta posizione in EnduroGP, domenica ha chiuso settimo per il dolore alla mano sinistra infortunata sabato in una caduta.    Nella foto sopra Matteo Pavoni  Restando alla E3, due ottimi quarti posti per Matteo Pavoni che ha per&ograve; faticato a trovare il giusto feeling su speciali sempre pi&ugrave; scavate tra pietre e rosse. Nella E1, sabato buona terza posizione per Matteo Cavallo ottavo anche in EnduroGP, mentre domenica &egrave; stato purtroppo rallentato da alcune cadute nelle speciali. Sempre in E1 top ten per Davide Soreca due volte ottavo.    Nella foto sopra Zach Pichon  Nella Junior due nuove vittorie per il giovane francese Zach Pichon dominatore anche della EJ1. Bene Morgan Lesiardo sesto Assoluto domenica e terzo nella EJ2 dove ha brillato Enrico Rinaldi con un quarto quinto.    Nella foto sopra Enico Rinaldi  Nella Youth Kevin Cristino ha ottenuto una bella vittoria sabato e domenica il terzo gradino del podio per una caduta proprio alla penultima speciale mentre stava ancora lottando per la vittoria con Puhkainen e Edmondson.    Nella foto sopra Kevin Cristino  Tra le donne e nella Open Senior doppiette per l&rsquo;inglese Jane Daniels e Andrea Belotti.    Nella foto sopra Jane Daniels    Nella foto sopra Andrea Belotti &nbsp;  EnduroGP 2022, le classifiche dopo la 4&ordf; giornata di gara di 14   ENDUROGP: 1. Ruprecht (Aus-TM-Beano), punti 68; 2. Verona (Ita-GASGAS), Garcia (Spa-KTM), 67; 4. ), Oldrati (Ita-Honda-ReMoto), 45; 5. Watson (Gr-Honda-RedMoto), 39; 6. Freeman (Gbr-Beta), 33; 7. MacDonald (Nzl-Sherco), 30; 8. . Guarneri (Ita-Fantic), 26; 9. Salvini ((Ita-Husqvarna), 25; 10. Cavallo (Ita-TM-Boano), Espinasse (Fra-Beta), 21.  E1: 1. Verona, punti 80; 2 Oldrati, 68; 3. Cavallo, 52; 4. Espinasse (Fra-Beta), 50; 5. Magain (Bel-Sherco), 45.  E2: 1. Ruprecht, 74; 2. Garcia, 69; 3. Watson, 54; 4. Salvini, 45; 5. MacDonald, 39.  E3: 1. . Guarneri, puti 71; 2. Freeman, 69; 3. Pavoni (Ita-TM-Boano), Persson (Sve-Husqvarna), 56.  Junior Assoluta: 1. Pichon (Fra-Sherco) punti, 80; 2. Etchells (Gbr-Fantic), 60; 3. Fargier (Fra-Beta), 57; 4. Kytonen (Fin-Honda-RedMoto), 52; 5. Ahlin (Sve-Beta), 34; 6. Lesiardo (Ita-Sherco), 31.  Junior EJ1: 1. Pichon, punti 80; 2. Etchells, 64; 3. Kytonen, 59; 4. Fischeder (Ger-Sherco), 46; 5. Spanu (Ita-Honda-RedMoto), 42.  Junior EJ2: 1. Fargier, punti 80; 2 Wagberg (Sve-Yamaha), 60; 3. Ahlin, 55; 4. Lesiardo, 54; 6. Rinaldi (Ita-GASGAS), 41. Youth: 1. Edmondson (Gbr-Fantic), punti 71; 2. Puhakainen (Fin-TM Boano), 59; 3. Cristino (Ita-Fantic), 55; 4. Fontova (Spa-KTM), 45; 8. Delbono (Ita-GASGAS), 30.  Women: 1. Daniels (Gbr-Fantic), punti 80; 2. Badia (Spa-Rieju), 68; 3. Vieira (Por-Yamaha) 58.  &nbsp;  &nbsp; 

Mondiale EnduroGP in Portogallo caratterizzato da numerosi infortuni, con doppietta Assoluta e in E2 di Ruprecht. Verona &egrave; due volte terzo in EnduroGP e dominatore della E1. Ecco tutti i risultati

Mondiale EnduroGP, in Portogallo domina Ruprecht con Verona tra i protagonisti

        PIACENZA - Dicono che il destino lo scriviamo noi. Dicono che la fortuna o la mala sorte non esistono. Ecco perch&eacute; bisogna sempre guardare al domani per trovarsi pronti anche di fronte a scelte difficili o controcorrente. Ne sa qualcosa Alex Salvini che quest&rsquo;anno ha deciso di ritornare sulla Husqvarna FE del Team JET-Zanardo con cui nel 2018 sfior&ograve; per tre incredibili sfortune quello che avrebbe potuto essere il suo secondo titolo iridato nel Mondiale EnduroGP della classe E2 in cui aveva stradominato l&rsquo;intero campionato. Purtroppo per lui furono determinanti tre incredibili episodi negativi.  Il primo; il ritiro del sabato nel GP d&rsquo;Italia per acqua mischiata alla benzina, trovata dopo un accurato controllo nel serbatoio. Il secondo; un minuto perso la domenica al GP di Francia per la moto rimasta incastrata tra gli alberi della Enduro Test. Il terzo ed ultimo; l&rsquo;accidentale strappo dei due cavi elettrici posizionati sotto il corpo farfallato dell&rsquo;iniezione, che gli fecero tagliare il traguardo del GP di Germania fuori tempo massimo. Scopriamo insieme in questa intervista in esclusiva perch&eacute; Salvini ha scelto di ripartire nuovamente da zero con coraggio, classe, tanta voglia di lavorare, ma soprattutto, con il desiderio di rimettersi in discussione dopo due anni difficili.  L'intervista ad Alex  Dopo tre anni con Honda-RedMoto come &egrave; nata la decisione di ritornare con il Team JET-Zanardo e sulla Husqvarna FE 450 con cui avevi gi&agrave; corso nel 2018 sfiorando clamorosamente quello che avrebbe potuto essere il tuo meritatissimo secondo mondiale della E2? &ldquo;La decisione &egrave; nata quando, a met&agrave; 2021, in un momento molto difficile per me, prima Luca Castellana, mio amico e tecnico personale nella sfortunata stagione 2018, poi Franco Mayr sono venuti da me per sentire come stava andando. Cos&igrave; parlando, sono usciti i ricordi di quel mondiale di quattro anni fa e di come &egrave; purtroppo finito e che magari sarebbe stato bello provare a ripetere quella esperienza nella speranza di un finale migliore. In quel momento ero veramente a terra, sia moralmente che fisicamente, ma nei giorni successivi questo pensiero &egrave; continuato a girare nella testa. Ora, eccoci qui di nuovo insieme con il Team JET-Zanardo e l&rsquo;Husqvarna&rdquo;.  Insomma il Team JET-Zanardo di Franco Mayr che &egrave; stato praticamente il tuo primo amore. &ldquo;&Egrave; vero, con questa squadra ho avuto sempre un buon feeling e ottimi risultati. Dalla conquista del titolo E2 nel 2013, ai secondi posti sempre nella E2 nel 2014-15 dietro a Pela Renet e Antoine Meo, fino al 2018, durante il quale, titolo conquistato o no, siamo stati i protagonisti assoluti. Franco &egrave; davvero bravo nel coinvolgere, nel seguire, motivare e creare un gruppo di lavoro solido perch&eacute; credo sia davvero uno dei pochi veri team manager che negli anni mi ha capito e gestito bene per farmi rendere al meglio&rdquo;. Nel 2021 hai vinto il tuo 14&deg; titolo italiano tra cui 2 nel Cross e 12 nell'Enduro conquistando il tricolore 450 4T, mentre al Mondiale le cose non sono andate come speravi per problemi fisici. &ldquo;Nel 2021 &egrave; arrivato il mio 14&deg; titolo italiano, ma &egrave; stata una magra consolazione. &Egrave; stata senza dubbio la mia stagione pi&ugrave; difficile e sofferta da quando nel 2011 ho lasciato il cross per passare all&rsquo;Enduro. Prima per l&rsquo;intervento chirurgico alla spalla destra subito nel novembre 2020, con conseguente complicazione ed un secondo intervento che mi ha fatto risalire in moto poche settimane prima della prima prova degli Assoluti d&rsquo;Italia, poi per l&rsquo;infortunio alla schiena subito durante il promo GP del Mondiale in Portogallo con uno schiacciamento delle vertebre lombari ed una compressione al nervo sciatico. Come se non bastasse poi, ho avuto anche la mononucleosi che mi ha veramente messo ko sia fisicamente che mentalmente&rdquo;. Ora &egrave; gi&agrave; tempo di pensare alla prima gara degli Assoluti d'Italia del 5-6 marzo a Arma di Taggia. Come hai pianificato la tua preparazione? &ldquo;Vengo da due stagioni davvero difficili per via degli infortuni, dove ho perso pi&ugrave; di 9 mesi e a 36 anni compiuti, queste cose si sentono. Rispetto al normale, ho anticipato l&rsquo;inizio della mia preparazione di un mese ed a inizio novembre ho iniziato ad allenarmi fisicamente per colmare quel gap fisico che ho dagli altri piloti. Ho cercato in questi mesi di ricostruire una base fisica solida ed ora mi concentrer&ograve; molto sull&rsquo;allenamento specifico in moto, per riprendere feeling e velocit&agrave;&rdquo;.Parliamo di tecnica: cosa hai chiesto alla squadra per sviluppare al meglio l'Husqvarna FE 450 4T con cui gareggerai? &ldquo;Inizialmente avevamo preso in considerazione anche di poter usare la FE 501, ma poi insieme abbiamo deciso di usare la FE 450, moto dove sia io che il Team abbiamo pi&ugrave; esperienza&rdquo;. Su quali aree specifiche della moto si concentrer&agrave; maggiormente il lavoro con la squadra? &ldquo;La moto che avevo lasciato a fine 2018 era ottima, ma quella che ho trovato ora e potuto provare a inizio gennaio 2022, &egrave; davvero eccezionale. La base di partenza &egrave; incredibilmente performante.&nbsp;Con i tecnici del Team JET-Zanardo stiamo lavorando per avere un motore pi&ugrave; preciso e lineare al tocco del gas rispetto a quello che usava l&rsquo;inglese Joe Wooton nella passata stagione, ma soprattutto ci concentreremo molto sulla messa a punto della ciclistica. Prima, per&ograve; dovr&ograve; avere una velocit&agrave; che mi consenta di provare al meglio perch&eacute; ora non avrebbe senso voler testare dei set up e provare soluzioni non definitive e ancora tutte da verificare tra gennaio e febbraio&rdquo;. Quali sono gli obiettivi che hai pianificato con il team manager Franco Mayr? &ldquo;Franco &egrave; un vincente, ha vinto tanto come Team Manager nella sua carriera; quindi so quale &egrave; il suo obiettivo senza che lo dica. Dal canto mio devo essere realista; vengo da due stagioni durissime, ho 36 anni e i miei avversari sono davvero molto forti e pi&ugrave; giovani rispetto a me. Non voglio sbilanciarmi in nessun pronostico perch&eacute; non saprei nemmeno io cosa potrei essere in grado di fare. Posso solo dire che se ho fatto la scelta di staccarmi a livello sportivo e mentale dal mio team S2 Motosport e di correre per il team JET-Zanardo in quanto mi sento ancora in grado di dimostrare a me stesso e a tutti che posso ancora essere della partita&rdquo;.  Se negli Assoluti il tuo obiettivo sar&agrave; quello di arrivare a quota 15 titoli, al Mondiale della E2 sar&agrave; davvero una gran battaglia perch&eacute; la lista degli avversari oltre a te comprendete almeno altri sei/sette top riders davvero tosti e chi ritieni possa essere il pi&ugrave; pericoloso? &ldquo;Abbiamo scelto di correre nella E2, la classe pi&ugrave; combattuta in assoluto perch&eacute;, comunque, sappiamo che quella pu&ograve; essere la moto adatta a me e vogliamo fare il meglio possibile. Anche in passato mi era stata fatta questa domanda e, la mia risposta rimane sempre la stessa: non ho mai scelto la categoria per avere la vita pi&ugrave; facile. Tanto se vuoi vincere, devi essere comunque il pi&ugrave; forte di tutti. Punto e basta. Mi ricordo che nel 2013 mi dissero la stessa cosa. A parte tutto, gli avversari sono tantissimi nella E2; ovviamente in cima alla lista, Garcia, Holcombe, Ruprech, Watson, MacDonald e non ultimo, Milner&rdquo;.  Nella tua carriera hai vinto parecchio. Quale &egrave; stata la tua pi&ugrave; bella affermazione? Il Titolo Mondiale 2013 o il Trofeo Mondiale con l'Italia in Maglia Azzurra alla Sei Giorni 2007 in Cile dove con la Yamaha 250 4T hai debuttato nell'Enduro? &ldquo;Fortunatamente ho vinto tanto in carriera anche se avrei potuto vincere molto di pi&ugrave; e le vicende delle due stagioni 2018 e 2019 lo confermano. A livello di soddisfazione personale, il titolo del 2013 &egrave; stato sicuramente il pi&ugrave; gratificante, il coronamento di un sogno.&nbsp;La Sei Giorni 2007 &egrave; stata la cosa pi&ugrave; inaspettata e bella di tutte perch&eacute; vincere la Sei Giorni al debutto in una gara di Enduro, venendo dal motocross ed essendo stato chiamato all&rsquo;ultimo per fare parte della squadra in Magli Azzurra, quasi praticamente per caso, ha davvero dell&rsquo;incredibile&rdquo;.  Sei Giorni 2022 in Francia e se la FMI ti chiedesse di indossare nuovamente la Maglia Azzurra dell'Italia?&ldquo;Compatibilmente con le decisioni dei tecnici FMI e gli impegni del Team JET-Zanardo, accetterei immediatamente. Indossare la Maglia Azzurra &egrave; sempre qualcosa di eccezionale e devo essere onesto, nel 2021 non averla potuta indossare alla Sei Giorni in Italia &egrave; stata dura, ma giustamente, non sarei stato in grado di poter correre una gara cos&igrave; nelle condizioni fisiche in cui mi trovavo&rdquo;. Alex con la tua compagna Sara Trentini formate una famiglia tutta racing. Come riesci a gestire i tuoi impegni con le gare di Enduro, con quelli di Sara con il Trial, anche perch&eacute; c'&egrave; il vostro bimbo Sebastian? &ldquo;E&rsquo; davvero cos&igrave;, non penso ce ne siano molte le famiglie in giro come la nostra. Praticamente durante l&rsquo;anno tutti i nostri weekend li passiamo sui campi gara, oppure in pista al Borilli Off-road Park di Pietramurata, il parco pista della famiglia di Sara. Compatibilmente con gli impegni, cerchiamo di essere sempre presenti l&rsquo;uno alle gare dell&rsquo;altro, e Sebastian ci segue a tutti gli eventi. Sara &egrave; davvero brava perch&eacute; anche durante i suoi weekend di gara, fa praticamente la mamma a tempo pieno lo stesso&rdquo;.  Hai gi&agrave; pensato a quando smetterai con le gare cosa farai? &ldquo;Onestamente sto ancora pensando a cosa far&ograve; da grande&hellip; In questi anni ho cercato di aprirmi pi&ugrave; strade possibili per quando smetter&ograve;. Mi sono creato un'area a casa con piste e speciali di enduro, cross, estreme. Sono proprietario di un Team, sono diventato anche Tecnico Federale, faccio da tester ed Ambassador per alcune aziende impegnate nell&rsquo;off road. Non voglio precludermi niente, perch&eacute; il futuro &egrave; impossibile da prevedere. Una cosa &egrave; certa, mi piace lavorare con i giovani e sono troppo appassionato di questo sport per non continuare in questo ambiente&rdquo;. Le parole del team manager  Franco Mayr: "Sono veramente orgoglioso di aver potuto contare ancora sull&rsquo;appoggio da parte di Husqvarna Italia per avere nuovamente Alex Salvini con noi nel team JET-Zanardo. All'interno della nostra struttura Luca Castellana &egrave; stato incaricato di essere il team manager della formazione. Siamo sicuri che Luca grazie alla sua esperienza di 9 anni gi&agrave; passati con noi nella squadra, sapr&agrave; al confrontarsi al meglio con i piloti e le aziende che ci supportano dando una ventata di giovent&ugrave; e idee".        

Il pilota 36enne &egrave; ritornato per il 2022 sulla Husqvarna del Team JET-Zanardo, con l&rsquo;obiettivo di puntare al 15&deg; titolo tricolore e essere tra i protagonisti al Mondiale EnduroGP

Alex Salvini, elisir di vita: “Posso ancora essere della partita”

        Divorce is never pleasant, particularly when the parties (truly) loved one another. But sometimes separation is inevitable, and this is the case for Chilean rider Pablo Quintanilla and the Rockstar Husqvarna team, a squad with whom the rider achieved significant international success, winning the World Rally Championship in 2016 and 2017. In the Dakar, the 34-year old and the Swedish brand shared three wins, beating off the Honda and Yamaha giants. It looked as if they were set to continue on together, and yet: "It&rsquo;s not easy to split from a rider who has been an important part of our project&rdquo;, comments team manager Pela Renet, team manager "but this can happen in motorsport". The Husky manager continues: "Pablo has made a significant contribution together with Rockstar Energy Husvarna Factory Racing, he&rsquo;s very special and I know this, because we were also team-mates. We all thank him and wish him all the best for the future&rdquo;. Translated by Heather Watson Dakar 2022, KTM hires Kevin Benavides       

After five seasons of racing and success, Chilean rider Pablo and the official Rockstar team choose different paths

Dakar, Quintanilla and Husqvarna, immediate divorce

Il divorzio non &egrave; mai simpatico, specialmente se ci si &egrave; voluti (davvero) bene. Ma, a volte, le separazioni sono inevitabili: &egrave; il caso di Pablo Quintanilla, corridore cileno in forza al team Rockstar Husqvarna, squadra con cui ha ottenuti prestigiosi successi internazionali, tra cui il Campionato del Mondo Rally nelle edizioni 2016 e 2017.  Nella Dakar, il trentaquattrenne di Valparaiso ed il Marchio svedese hanno condiviso insieme la vittoria di tre tappe, alla faccia di colossi quali Honda e Yamaha. Sembrava che tutto potesse continuare anche meglio, invece: &quot;Non &egrave; facile separarsi da un pilota che &egrave; stato parte importante del nostro progetto&quot; le parole di Pela Renet, team manager &quot;ma nel motosport questo pu&ograve; succedere&quot;.  L&#39;affermazione del direttore Husky non prevede marce indietro: &quot;Pablo ha contribuito con grande apporto insieme a Rockstar Energy Husvarna Factory Racing, lui &egrave; stato molto speciale e lo so bene, perch&eacute; eravamo anche compagni di squadra. Lo ringraziamo tutti, agurandogli il meglio per il futuro&quot;.  I &quot;vecchi&quot; italiani della Moto3 contro Pedro Acosta 

Dopo cinque stagioni di competizioni e successi, il pilota cileno Pablo e la squadra ufficiale Rockstar si separano, prendendo strade diverse

Dakar, Quintanilla ed Husqvarna, divorzio immediato

C&rsquo;&egrave; qualcosa che aleggia nell&rsquo;aria, quando Alex Salvini affronta una prova speciale correndo contro il cronometro. Sembrano lampi. Flashback di ricordi lontani sei anni. Come quando nel 2013 vinse il Mondiale della classe E2 mettendo fine al digiuno iridato dell&rsquo;Enduro azzurro che durava ormai dall&rsquo;inizio del nuovo millennio. Altre luci capaci di brillare all&rsquo;infinito e lasciare un segno nella storia di questa specialit&agrave;. Non soltanto, per&ograve;. Anche vittorie e sconfitte, duelli infiniti, sfortuna. Come non pensare alla frattura della clavicola destra del GP Grecia 2014 che spalanc&ograve; la porta al titolo di Pela Renet, o la lunga battaglia del 2015 contro Antoine M&eacute;o conclusa con un altro secondo gradino del podio? Poi rogna, veramente tanta rogna. Vedi il 2018, con un Mondiale stradominato fino all&rsquo;ultimo e perso nella giornata conclusiva del campionato, per l&rsquo;incredibile rottura dei due cavi che mandano elettricit&agrave; all&rsquo;iniezione, nonostante il loro posizionamento in una zona super protetta. &Egrave; odio contro la sfortuna, antagonismo puro verso la cattiva sorte.&nbsp; Ma covare dentro la cattiveria necessaria alla rivincita &egrave; anche ingrediente fondamentale per risorgere, per ritornare a lottare, per dare misura alla grandezza di un pilota che quando sale in moto lo fa soltanto con un unico obiettivo: vincere. Alex Salvini &egrave; tutto questo. Semplice da sintetizzare, forse, ma difficile e tremendamente complicato da raccontare. Ecco perch&eacute; abbiamo parlato a lungo con lui dopo le sue due recenti lussazioni alla spalla destra. Qualcosa di devastante per un pilota in lotta per il Mondiale anche se la voglia di riscatto del pilota del Team S2 Motorsport Sembenini Honda-RedMoto &egrave; davvero tanta.&nbsp;    Siamo a poche settimane dal GP Repubblica Ceca di met&agrave; settembre, che segner&agrave; il primo tie-break nella sfida finale per il Mondiale della classe E2. come stai? &laquo;Abbastanza bene. Ovviamente la spalla non &egrave; al 100%, ma sono pronto per la battaglia finale. In Grecia quando si &egrave; lussata per la prima volta la spalla, il giorno seguente ho deciso di correre nonostante il dolore e sapendo che l&rsquo;avrei sicuramente danneggiata. La mia decisione di correre a tutti i costi mi ha per&ograve; permesso di rimanere in testa al Mondiale. Poi a Crespano una scivolata banale &egrave; bastata per far s&igrave; che si lussasse nuovamente, peggiorando la situazione. Fortunatamente, con la pausa estiva ho avuto modo di sistemarla un pochino anche se l&rsquo;intervento chirurgico sar&agrave; necessario a fine stagione&raquo;.&nbsp;  Qual &egrave; il tuo stato d&rsquo;animo quando mancano quattro giornate alla fine del Mondiale? Sei in testa ma Larrieu &egrave; staccato di un solo punto, Charlier di 8, Herrera di 20, Remes di 38 e Redondi di 40... &laquo;Sono sereno. Sto facendo del mio meglio per essere il pi&ugrave; competitivo possibile sotto tutti i punti di vista, ma non voglio viverla male, anzi. Voglio godermi questa situazione che, nonostante tutto, mi vede ancora in vetta al Mondiale e per lo pi&ugrave; su due fronti, dato che anche il team &egrave; il mio&raquo;.&nbsp;  Dal 2013 rincorri il tuo secondo titolo iridato. Chi temi maggiormente tra i tuoi avversari della E2? &laquo;&Egrave; dal 2013 che, a parte le due stagioni in Beta, sono in lotta per il titolo mondiale. Per le ultime due gare non ci saranno tante strategie da adottare se non spingere al massimo e cercare il miglior risultato possibile. Per quanto riguarda gli avversari, con cos&igrave; pochi punti di differenza tutto &egrave; in gioco. Poi arriveremo da una pausa di due mesi, quindi tutto &egrave; possibile&raquo;.&nbsp;  Da pilota esperto, puoi fornire un&rsquo;opinione sul Mondiale. Le Case e i team hanno dato una risposta compatta e chiara sul futuro del Mondiale al nuovo management della FIM, che vuole mantenere le gare tradizionali aprendo la porta soltanto a format di Enduro sprint-cross country. In pi&ugrave;, il Promoter ABC, con il supporto della stessa FIM, sta cercando poi di migliorare alcuni aspetti tra cui l&rsquo;immagine. &laquo;&Egrave; positivo vedere che la FIM crede molto nel nostro sport e si espone in prima persona per far s&igrave; che cresca sia a livello sia mediatico che sportivo. Con il Promoter stanno producendo video dedicati al mondo dell&rsquo;Enduro: il primo mi ha visto protagonista a Rovetta e questo non pu&ograve; che farmi piacere e rendermi fiducioso per il futuro&raquo;.&nbsp;  La FIM ha gi&agrave; aperto il bando di concorso per il futuro Promoter. Chi vincer&agrave;, si occuper&agrave; del Mondiale dal 2021. &laquo;S&igrave;, sappiamo tutti che il contratto con ABC Communication volger&agrave; al termine a fine 2020. Quindi, &egrave; normale che ci saranno nuove trattative per chi lo gestir&agrave; in futuro&raquo;.&nbsp;    Sempre la Federazione internazionale minaccia di togliere la copertura assicurativa dalla licenza dei piloti che nel 2020 vorranno partecipare alle gare WESS. La cui organizzazione ha risposto che resta aperto il dialogo per far tornare KTM e Husqvarna al Mondiale. Secondo te quando potr&agrave; cadere questo &ldquo;muro&rdquo;? &laquo;La FIM ha preso una posizione ferma nei confronti del WESS e delle gare Estreme, istituendo una Coppa del Mondo Enduro Estremo destinata a trasformarsi in un Mondiale che risolver&agrave; tutti i problemi. A mio parere, e anche secondo tutti i team dell&rsquo;Enduro, non &egrave; giusto inserire questo tipo di gare nel calendario del Mondiale. Sarebbe come inserire il Tourist Trophy nel calendario della MotoGP. Sono gare che non c&rsquo;entrano niente con noi, ed &egrave; giusto che abbiano una loro identit&agrave;. Penso che quando introdurranno il mondiale Estremo, allora anche KTM/Husqvarna rientreranno nel mondiale Enduro&raquo;.&nbsp;  Come vedi l&rsquo;Enduro tricolore con i nostri giovani? Hai mai pensato di creare una Academy per aiutare la crescita degli emergenti? &laquo;L&rsquo;Enduro italiano sta vivendo un ottimo momento. Dopo di me e Oldrati, che siamo i pi&ugrave; &ldquo;anziani&rdquo;, penso che avremo un ottimo futuro davanti a partire da Cavallo e Verona ai quali si stanno aggiungendo Spanu e Pavoni. &Egrave; importante avere un ricambio generazionale e credo che questo faccia bene e motivi anche le giovani leve che si affacciano a questo sport. &Egrave; comunque un po&rsquo; che sto pensando a una &ldquo;Alex Salvini Academy&rdquo; e mi sto strutturando a casa per poterla realizzare. Ho gi&agrave; costruito piste, palestra, officina e casa. Ormai, la famosa &ldquo;SalviniLand&rdquo; inizia a prendere forma. Inoltre, da un paio di anni, ho iniziato a lavorare con Cavallo e Barbosa. Al momento non si tratta di una vera e propria Academy, ma cerco di aiutarli negli allenamenti e andando alle gare assieme, mettendo a disposizione la mia esperienza. Allenarsi in gruppo &egrave; molto motivante&raquo;.&nbsp;  La Sei Giorni si correr&agrave; in Portogallo a novembre. Ci sarai?&nbsp; &laquo;No, purtroppo non ci sar&ograve;. Prima di tutto perch&eacute; la mia compagna Sara aspetta un bambino, il termine per la nascita sar&agrave; proprio in quei giorni. E poi a met&agrave; ottobre verr&ograve; operato alla spalla destra per poter ridurre i tempi di recupero prima dell&rsquo;inizio della stagione 2020&raquo;.&nbsp;  Chi &egrave; il pilota che pi&ugrave; ti ha fatto dannare per vincere? E in particolare il riferimento &egrave; a queste ultime stagioni? &laquo;I miei rivali per eccellenza sono stati Antoine M&eacute;o e Pela Renet! Con Pela ci siamo sfidati quasi ogni anno dal 2003 in avanti, lottando in lungo e in largo dal Motocross all&rsquo;Enduro. Con M&eacute;o &egrave; durata meno ma &egrave; stata una lotta pi&ugrave; intensa, soprattutto per il passato e per un carattere che per certi versi ci accomuna. Recentemente, invece, direi Holcombe&raquo;.&nbsp;  Facciamo un salto indietro proprio di qualche anno: nel 2014 e 2015, Renet e M&eacute;o hanno infiammato due stagioni, con te due volte secondo nel mondiale E2.&nbsp; &laquo;Sono stati anni indimenticabili con duelli epici. Tra di noi c&rsquo;era una rivalit&agrave; molto forte, ma anche un grande rispetto e tutto questo ha dato vita a gare bellissime. Proprio questa rivalit&agrave; rendeva tutto molto pi&ugrave; interessante, non soltanto per noi piloti ma anche per tutti gli appassionati. Mi &egrave; dispiaciuto che siano passati ai Rally, soprattutto per come &egrave; andata dopo la loro carriera, condizionata da infortuni e ritiri. Una cosa &egrave; certa, ci siamo &ldquo;scannati&ldquo; a vicenda e abbiamo fatto divertire il pubblico&raquo;.&nbsp;  Cosa ti ha lasciato la sfortunata stagione 2018?&nbsp; &laquo;Inizialmente una grande delusione. Perdere un Mondiale per banalissimi problemi tecnici, non dipesi da me, e dopo aver dominato la stagione, &egrave; stata difficile da accettare. Ma come in ogni cosa, non si pu&ograve; vivere di ricordi e quindi ho chiuso il capitolo e ne ho aperto un altro. Senza questa grande delusione, forse, non sarei dove sono adesso, ovvero in testa al Mondiale, su una Honda-RedMoto e con un mio team&raquo;.&nbsp;  E al GP Italia hai disputato una gara straordinaria, stravincendo domenica la EnduroGP e la classe E2 in una Valli Bergamasche dove hai fatto impazzire il pubblico.&nbsp; &laquo;La Valli la ritengo la pi&ugrave; bella vittoria della mia carriera. &Egrave; la gara storica del Mondiale, con un pubblico da pelle d&rsquo;oca ma soprattutto &egrave; arrivata in un momento di grande difficolt&agrave; e dolore. Il sabato ero veramente a pezzi. Finita la giornata ero sfinito dal dolore alla spalla e non ero sicuro di riuscire a finire quella successiva. Un&rsquo;equipe di terapisti formata da Matteo e Damiano Elitropi mi ha trattato per due ore e domenica mattina il dottore mi ha fatto un&rsquo;infiltrazione. Vincere addirittura la EnduroGP con quasi un minuto di vantaggio sul secondo &egrave; stato un sogno che non ritenevo possibile e proprio per questo &egrave; stata una giornata che definisco magica&raquo;.&nbsp;    Tracciamo un bilancio di questi primi sette mesi del 2019. Come definisci il rendimento tra Mondiale e Assoluti? &laquo;Le stagioni sono anche fatte di episodi, a volte fortunati, altre meno. In Germania, alla prima prova del Mondiale, ho rivissuto l&rsquo;incubo dello scorso anno. Mentre ero in testa alla E2 ho avuto un problema tecnico che mi ha attardato. Agli Assoluti ho avuto una giornata molto negativa a Pontremoli ma, tutto sommato e infortuni a parte, negli ultimi mesi sono tornato competitivo&raquo;.&nbsp;&nbsp;  Da perfezionista quale sei, sembra che quest&rsquo;anno ti sia mancata all&rsquo;inizio un po&rsquo; della tua famosa aggressivit&agrave; contro avversari come Holcombe, Freeman, Larrieu e&nbsp; McCanney, ancora pi&ugrave; motivati nel volerti battere.&nbsp; &laquo;Credo che fossi un po&rsquo; &ldquo;full&rdquo;. Le attivit&agrave; con l&rsquo;avvio di un team tutto mio, l&rsquo;S2Motorsport, il ritorno in Honda-RedMoto con annessi test di sviluppo, mi hanno un po&rsquo; sovraccaricato di lavoro e questo inevitabilmente si &egrave; ripercosso sui risultati delle prime gare. Rispetto alla scorsa stagione, poi, ho perso l&rsquo;effetto sorpresa che avevo dopo i due mediocri anni passati&raquo;.&nbsp;  A livello puramente economico cosa &egrave; cambiato: quanto pu&ograve; guadagnare un pilota del tuo livello? In caso di vittoria del Mondiale, quale sarebbe il premio? &laquo;Il valore di un pilota pu&ograve; dipendere da molti fattori e non soltanto dai risultati. Dico soltanto che la mancata vittoria del Mondiale nel 2018 mi &eacute; costata pi&ugrave; di 100.000 Euro&raquo;.&nbsp;  Visti anche i tuoi recenti infortuni, ritieni che i percorsi delle speciali siano diventati troppo veloci per le potenze delle attuali moto due e quattro tempi? &laquo;No assolutamente, anzi. Ultimamente i tracciati sono sempre pi&ugrave; stretti e lenti rispetto al passato e con la 450 4T diventa difficile restare competitivi. Credo siano soltanto dovuti a casi sporadici&raquo;.&nbsp;  Come hai detto, la tua compagna Sara Trentini, pluricampionessa italiana di Trial, ti far&agrave; diventare pap&agrave; di un maschietto a inizio novembre. Avete gi&agrave; scelto il nome del vostro bimbo e sogni di vederlo seguire le orme di pilota come mamma e pap&agrave;? &laquo;Sara finir&agrave; il termine dei nove mesi di gravidanza ai primi giorni di novembre e siamo felicissimi dell&rsquo;arrivo del piccolo Salvini! Per il nome siamo ancora indecisi mentre, per quanto riguarda la moto, spero vivamente che non segua le nostre orme. Troppo pericoloso, anche se la mamma &egrave; di un&rsquo;altra idea. Io punterei pi&ugrave; sul tennis o sul golf&hellip;&raquo;.&nbsp; 

&quot;Gli infortuni alla spalla non mi fermeranno nella corsa al mondiale E2:&nbsp;voglio la rivincita per la beffa dell&rsquo;anno scorso, che mi &egrave; costata 100.000 euro&quot;

A tu per tu: Alex Salvini, capitano coraggioso

        &ldquo;Sono onorato di questo incarico di coordinatore del team rally Rockstar Energy Husqvarna Factory Racing&rdquo;, ha detto Pela Renet, un titolo mondiale nel motocross e due nell&rsquo;enduro. &ldquo;I risultati che ho ottenuto negli anni non sarebbero stati possibili senza il supporto di una grande squadra, e avere la possibilit&agrave; di restituire qualcosa condividendo le conoscenze e l&rsquo;esperienza che ho accumulato &egrave; davvero un privilegio. Non vedo l&rsquo;ora di continuare a lavorare con Husqvarna, e spero che insieme coglieremo altre vittorie". LA STORIA &ndash; Pierre Alexandre - Pela - Renet ha avuto una carriera di pilota di successo. Il suo primo titolo mondiale &egrave; arrivato nel motocross, quando &egrave; stato incoronato campione del mondo MX3 nel 2009. Pela si &egrave; poi dedicato all&rsquo;enduro, dove ha vinto numerosi campionati francesi e altri due titoli mondiali, nel 2012 e nel 2014.  Il passaggio ai rally, nel 2015, ha visto Pela correre per la prima volta la Dakar, realizzando un vecchio sogno del pluri-campione del mondo. Dopo aver impressionato subito per velocit&agrave; e tecnica sulla sua Husqvarna da rally, Pela ha concluso la sua miglior Dakar al settimo posto, nel 2017.  Dopo il ritiro dalle corse per le conseguenze dell&rsquo;infortunio occorsogli al Rally dell&rsquo;Atacama ad agosto 2017 (il francese rimedi&ograve; una frattura alle vertebre e alle spalle che richiese un lungo intervento e fu intubato per diversi giorni), Pela Renet resta con Husqvarna Factory Racing, continuando ad assistere il team nei suoi impegni con il campionato mondiale Cross Country Rally e la Dakar. &nbsp;&ldquo;Rockstar Energy Husqvarna Factory Racing &egrave; veramente lieta di proseguire il suo rapporto professionale con Pela Renet&rdquo;, ha detto Diego Clement, Direttore del Motorsport per Husqvarna Motorcycles. &ldquo;&Egrave; stato un elemento di grande valore per il team, e la prosecuzione di questa collaborazione porter&agrave; immensi benefici a entrambe le parti. L&rsquo;attenzione ai dettagli di Pela e la sua meticolosit&agrave; in ogni aspetto della preparazione fisica e di gara sono sempre state esemplari, e applicati alle sue nuove mansioni questo approccio ed etica del lavoro costituiranno una risorsa preziosa per il team Husqvarna. Siamo entusiasti di tornare a lavorare con Pela, e speriamo in altri fantastici risultati&rdquo;.       

"E' un privilegio poter restituire qualcosa condividendo le conoscenze e l'esperienza che ho accumulato", dice il francese, tre titoli mondiali fra motocross e enduro, costretto a ritirarsi dalle competizioni dopo l'infortunio al Rally dell'Atacama

Husqvarna: Pela Renet coordinatore del Team Rally

Laia Sanz, motociclista spagnola tredici volte campionessa del mondo di Trial femminile e dieci volte campionessa europea sempre della stessa disciplina che ha gi&agrave; affrontato le sabbie del Rally Dakar, &egrave; impegnata in questi giorni in una nuova avventura, l&#39;Atacama Rally edizione 2017. Cinque sono le tappe totali che si svilupperanno nel nord del Cile con grandi dune di sabbia tipiche del territorio e che per l&#39;edizione 2017 hanno visto ai blocchi di partenza, (la gara &egrave; iniziata il 12 agosto e finir&agrave; il 18) un numero fitto di concorrenti suddivisi tra moto, quad e auto. E tra di loro c&#39;&egrave; anche la tostissima Laia Sanz che ormai ha dato prova della sua grande tenacia in tutto il mondo gareggiando in competizioni in cui la mente non solo devono essere al top, ma serve anche una grandissima prestanza fisica, e Laia ha saputo dimostrarsi un connubio tra tutto questo, in situazioni molto spesso anche rischiose.&nbsp;  SETTIMANA DIFFICILE - E proprio dal Cile, quasi come un diario giornaliero racconta questa ennesima impresa a dir poco eccezionale: &ldquo;Sento un buon feeling con la mia moto (la pilota corre in sella ad una KTM) e sono stata felice di essere stata la prima ad iniziare la tappa ed aver percorso in solitudine diversi chilometri.&rdquo; Se i primi giorni sono stati caratterizzati da buone sensazioni, purtroppo per&ograve; nella giornata del 15 agosto si &egrave; verificato un incidente durante la tappa, tanto che Laia, sempre nel suo &ldquo;diario di bordo&rdquo; ha commentato cos&igrave; l&#39;accaduto: &ldquo;&egrave; stato un giorno difficile a causa dell&#39;incidente di Pela Renet (pilota francese in gara che nella caduta si &egrave; ferito ad una spalla e al collo ma che non versa in gravi condizioni). Ero vicina a lui quando &egrave; successo e con me c&#39;era anche Daniel Gouet ed insieme abbiamo aspettato l&#39;arrivo dell&#39;elisoccorso. Spero che si rimetta presto.&rdquo; Le notizie che arrivano invece dalla tappa di ieri riguardano le condizioni climatiche non facili da affrontare: &rdquo;il freddo ha avuto la meglio su di me &ndash; scrive Laia &ndash; ma devo prendere quanto successo con leggerezza in modo che possa servirmi come test per la prossima Dakar.&rdquo; A questo punto manca soltanto un giorno alla fine dell&#39;edizione 2017 dell&#39;Atacama Rally ma chiss&agrave; quali altre sorprese e spunti sar&agrave; in grado di darci Laia Sanz. 

La campionessa del fuoristrada sta affrontando la dura gara a tappe cilena &nbsp;

Laia Sanz, il &ldquo;diario&rdquo; dall&rsquo;Atacama Rally

Sessantaquattro km di speciale &ldquo;passerella&rdquo; hanno caratterizzato la dodicesima (e ultima) tappa della Dakar 2017. L&rsquo;ultimo tratto, brevissimo se si considerano gli oltre 9000 km che in poco meno di due settimane hanno consentito ai piloti ad attraversare Paraguay, Bolivia e Argentina, ha premiato a pari merito il francese Adrien Van Beveren (Yamaha) e lo spagnolo Gerard Farre Guell (KTM), giunti con lo stesso identico tempo al termine della speciale conclusiva.&nbsp;  APPLAUSI PER BARREDA - I due hanno preceduto di 18 secondi uno dei grandi protagonisti di questa edizione, Joan Barreda. Lo spagnolo della Honda, grande favorito per la vittoria finale dopo il ko di Toby Price ma poi penalizzato di un&rsquo;ora a causa di un rifornimento non autorizzato, ha provato in tutti i modi a recuperare terreno ma alla fine, nonostante una grande dimostrazione di forza, si &egrave; dovuto accontentare delle vittorie di tappa e del quinto posto in classifica proprio alle spalle di Farres Guell (terzo) e Van Beveren (quarto).    WALKNER CONCRETO - Quarto di giornata, a 33 secondi &egrave; stato l&rsquo;austriaco Mathias Walkner. Bravo soprattutto nei primi giorni e nella fase finale, il portacolori KTM paga una parte centrale di Dakar che lo ha visto in difficolt&agrave; (meccaniche e fisiche) ma che non gli ha negato la gioia del podio assoluto: un secondo posto nella generale che nel 2018 lo far&agrave; scattare tra i favoriti.&nbsp;  GONCALVES, BUON FINALE - Nella top five odierna si &egrave; piazzato anche il vincitore della tappa di ieri, Paulo Goncalves (a 1&rsquo;25&rdquo;): il portoghese, compagno di squadra di Barreda, non &egrave; stato tra i pi&ugrave; efficaci nella prima settimana di gara ma nelle ultime tappe ha tirato fuori gli &ldquo;artigli&rdquo;, portando in alto insieme allo spagnolo la bandiera della Casa Alata con il sesto posto assoluto.  LA BUONA STELLA DI SUNDERLAND - Sesto di tappa &egrave; arrivato il grande protagonista di questa Dakar, Sam Sunderland: alla vigilia, il britannico della KTM era considerato uno degli outsider ma dopo il ritiro di Price e la penalizzazione inflitta a Barreda, una volta in testa &egrave; stato bravo a gestire il vantaggio e a non commettere grossi errori, portandosi a casa la meritata vittoria della sua prima Dakar. Un premio importante per un pilota veloce, concreto, calcolatore e freddo nelle fasi importanti di una gara massacrante per fisico e testa.    AZZURRI COSI&rsquo; COSI&rsquo; - Da segnalare le ottime Dakar delle due rivelazioni dell&rsquo;edizione 2017, il francese Renet (Husqvarna, settimo nella generale) e Franco Caimi (argentino, alla prima esperienza in sella alla Honda e bravo a chiudere ottavo). Per i colori azzurri, ko Botturi e Cerutti, buoni il 37esimo posto di Agazzi (Honda) e il 38esimo di Ruoso (KTM).  &nbsp;  In collaborazione con la redazione Motori di&nbsp;RedBull.com   Segui la Dakar 2017 su Red Bull Tv: dal 2 al 14 gennaio, highlights, approfondimenti e speciali esclusivi 

L&rsquo;ultima tappa, lunga appena 64 km, &egrave; vinta a pari merito da Van Beveren e Farres Guell ma il vero protagonista &egrave; il britannico, vincitore a sorpresa dell&rsquo;edizione 2017

Dakar, day12: Sunderland, trionfo in passerella

Quattrocentonovantadue km di speciale. Da Uyuni a Salta. Tanti saliscendi, con cambi di temperatura, tipologia di terreno e panorami. Quella di oggi, ottava giornata di gare alla Dakar 2017,&nbsp;era una tappa per uomini &ldquo;veri&rdquo; nella categoria delle moto.  CAMPIONE&nbsp;- A vincere &egrave; stato il pilota che, con il ritiro di Toby Price, pu&ograve; fare sfoggio di tutto il suo talento. Stiamo parlando di Joan Barreda, portacolori Honda che anche oggi si &egrave; rivelato grande protagonista. In testa sin dall&rsquo;inizio, lo spagnolo ha controllato gli avversari per tutti i 12 split di gara, chiudendo poi l&rsquo;ottava tappa con un tempo di poco superiore alle 4 ore e 28 minuti.  PECCATO&nbsp;- Senza quel &ldquo;maledetto&rdquo; rifornimento non autorizzato a causa del quale la scorsa settimana si &egrave; beccato un&rsquo;ora di penalit&agrave;, staremmo qui a parlare di una cavalcata solitaria e del gran dominio di pilota della Casa Alata. E invece con quell&rsquo;errore, Barreda dovr&agrave; fare i conti fino a sabato, quando si chiuder&agrave; l&rsquo;edizione 2017: nulla &egrave; deciso fino all&rsquo;ultimo metro dell&rsquo;ultima sfida ma recuperare dalla nona piazza oltre un&rsquo;ora di distacco dal britannico Sunderland (KTM), sempre pi&ugrave; leader (con assoluto merito) della corsa, &egrave; davvero impresa ardua.  LEADER&nbsp;- Oggi lo stesso Sunderland &egrave; finito terzo, a 3&rsquo;54&rdquo; da Barreda e a soli tre secondi dalla piazza d&rsquo;onore agguantata dal compagno di marca Mathias &nbsp;Walkner. L&rsquo;austriaco ha preceduto il capoclassifica, l&rsquo;ottimo francese Metge (Honda) e la rivelazione di giornata, Juan Pedrero con la Sherco TVS. Chiudono la top ten Goncalves, Quintanilla (sempre secondo nella generale ma con 20&rsquo; di ritardo), l&rsquo;altra sorpresa Renet, De Soultrait e Farres Guell. Tappa sottotono per la Yamaha di Van Beveren e per il vincitore di ieri, Brabec, solo undicesimo e dodicesimo seguiti da uno Svitko sempre pi&ugrave; deludente. Ruoso &egrave; il primo degli azzurri, 35esimo a pi&ugrave; di mezz&rsquo;ora da Barreda.  In collaborazione con la redazione Motori di&nbsp;RedBull.com   Segui la Dakar 2017 su Red Bull Tv: dal 2 al 14 gennaio, highlights, approfondimenti e speciali esclusivi 

In grande ritardo in classifica generale (per una penalizzazione), lo spagnolo ha dominato una delle tappe pi&ugrave; lunghe di questa edizione ma deve recuperare oltre un&#39;ora sul leader Sunderland

Dakar, day8: Barreda, una vittoria per sperare

Dopo 400 km di speciale, si &egrave; deciso tutto nelle battute finali. Il duello tra Mathias Walkner e Joan Barreda, KTM il primo e Honda il secondo, l&rsquo;ha vinto l&rsquo;austriaco grazie ad un ultimo split da grande campione.  CHE RISCATTO! - Walkner ha riscattato al meglio la prova (piuttosto opaca) di ieri mentre lo spagnolo, dopo l&rsquo;exploit della terza tappa (al termine della quale ha messo una seria ipoteca sulla vittoria) si &egrave; dovuto accontentare di un buon secondo posto a 2&rsquo;02&rdquo; dal leader.    METGE TERZO - A proposito di riscatti, da segnalare la terza posizione del francese Metge (Honda, a 3&rsquo;18&rdquo;), del connazionale De Soultrait (Yamaha, a 5&rsquo;58&rdquo;) e dello slovacco Svitko (KTM, a 8&rdquo;33), tutti e tre in grande difficolt&agrave; nella giornata di ieri.&nbsp;  PRICE, ADDIO DAKAR - A chiudere la top ten, nell&rsquo;ordine, Quintanilla, Farres Guell, Renet, la rivelazione Caimi e Van Beveren. Male Goncalves e Sunderland, in difficolt&agrave; fin dal secondo split. Sfortuna nera per Toby Price: a met&agrave; gara, l&rsquo;australiano &egrave; caduto e si &egrave; fratturato il femore. Gara finita per il vincitore dell&rsquo;edizione 2016.  ANCHE IL BOTTU KO - Anche Alessandro Botturi &egrave; stato costretto a ritirarsi a causa di una caduta a 30 km dall&rsquo;arrivo: ferite alla testa ed escoriazioni varie per lui, che deve dire addio all&rsquo;avventura americana. Il migliore degli italiani al traguardo &egrave; Ruoso (KTM), trentacinquesimo.  In collaborazione con la redazione Motori di&nbsp;RedBull.com  Segui la Dakar 2017 su Red Bull Tv: dal 2 al 14 gennaio, highlights, approfondimenti e speciali esclusivi! 

L&rsquo;austriaco della KTM beffa nel finale il leader della classifica generale. Price cade e si frattura il femore

Dakar, day4: Walkner di un soffio su Barreda, Price ko

Una giornata cos&igrave;, Joan Barreda l&rsquo;avr&agrave; sognata per parecchi mesi prima del via della Dakar. E&rsquo; una di quelle che pu&ograve; metterti sulla &ldquo;strada giusta&rdquo; verso la vittoria della gara di moto pi&ugrave; massacrante del mondo.  DOMINATORE - Partito stamattina con oltre cinque minuti da recuperare sul leader Toby Price, l&rsquo;alfiere Honda si &egrave; messo tutti alle spalle sin dal primo split, mantenendo il comando della gara fino alla fine. Una dimostrazione di forza notevole: in sella alla CRF, Joan ha tenuto un ritmo insostenibile per gli avversari in una tappa speciale divisa in due (prima 240 km cronometrati, poi 150 di trasferimento e infine altri 124 cronometrati fino a San Salvador de Jujuy) e condizionata dal cambio di condizioni atmosferiche (si sono alternati spesso sole e pioggia) e di temperatura (dai 5 ai 36 gradi, con 4.000 metri di dislivello).    BRAVI RENET E CAIMI - Con ben dodici minuti di ritardo, si &egrave; piazzato secondo il britannico Sunderland (KTM), seguito dalla sorpresa francese Pela Renet (Husqvarna) a 15 e dal cileno Quintanilla, in zona podio ma quarto nel finale a causa di un rallentamento. A chiudere la top five &egrave; stato il portoghese Goncalves, con l&rsquo;altra Honda, seguito dalla prima Yamaha all&rsquo;arrivo (quella di Van Beveren) e dalla rivelazione Franco Caimi, argentino al debutto nella Dakar e a lungo tra i primi tre della tappa.&nbsp;  PRICE, ADDIO AI SOGNI DI GLORIA? - Alle spalle di Farres Guell (ottavo) ha chiuso Toby Price: il portacolori KTM, vincitore dell&rsquo;edizione 2016 e grande protagonista della seconda tappa, ha dovuto fare i conti con parecchi problemi nelle fasi iniziali e alla fine ha chiuso con 21 minuti di gap su Barreda. A meno di clamorosi stop o miracolosi recuperi, la sua Dakar 2017 sembra gi&agrave; segnata. Male oggi anche Brabec, Walkner, Svitko, Metge, De Soultrait e Pedrero Garcia, a oltre 24 minuti dal leader.  CERUTTI STOICO MA SFORTUNATO - Gara sottotono per i colori azzurri: Botturi, con la Yamaha ufficiale, &egrave; 18esimo con 35 minuti di ritardo da Barreda mentre ancora peggio &egrave; andata a Jacopo Cerutti: il pilota Husqvarna, dodicesimo nel 2016, si &egrave; lacerato un tendine della mano sinistra a causa di una caduta nella prima parte della tappa. Stoico, ha raggiunto la fine del primo tratto cronometrato ma l&igrave; ha dovuto dire addio alla gara americana.  In collaborazione con la redazione Motori di&nbsp;RedBull.com  Segui la Dakar 2017 su Red Bull Tv: dal 2 al 14 gennaio, highlights, approfondimenti e speciali esclusivi! 

Lo spagnolo della Honda domina i 360 km di speciale, chiudendo con un vantaggio abissale sugli avversari. Svitko e Price, protagonisti dell&rsquo;edizione 2016, perdono terreno. Botturi lontano, Cerutti costretto al ritiro

Dakar 2017, day3: Barreda &egrave; un marziano, Price ko

Pablo Quintanilla e Pela Renet affronteranno le dodici giornate della Dakar in sella all'Husqvarna: dalla Bolivia all'Argentina, sfideranno altri 144 piloti

Dakar: Quintanilla e Renet pronti a far volare l'Husqvarna

Pablo Quintanilla, pilota Husqvarna, conclude la terza giornata del rally Sealine in prima posizione. Dopo tre delle cinque tappe previste, il pilota cileno se la sta battendo con il britannico Sam Sunderland: dopo oltre 900 km di deserto, i due hanno imposto un distacco di quasi 21 minuti al resto degli inseguitori.  Mentre si prospettano altre due dure giornate nel deserto del Qatar, i due piloti sembrano prepararsi ad una sfida serrata che si concluder&agrave; solo sul traguardo del venerd&igrave;. Da segnalare il ritiro di Toby Price, con un infortunio alla schiena.  "E' stata una giornata difficile ma &egrave; finita bene", ha commentato Quintanilla. "Ho danneggiato la ruota posteriore e all'inizio della prova speciale ho perso tempo perch&eacute; ho dovuto guidare con calma fino al rifornimento, quando ho potuto cambiarla. Poi ho spinto forte fino a vincere la speciale. Abbiamo altri due giorni di gara, probabilmente con una navigazione molto difficile e molto fisica, e sar&agrave; una battaglia con Sunderland fino alla fine".  Fiammetta La Guidara  Le posizioni dopo i primi tre giorni:  1. Sunderland 10:58.38 2. Quintanilla (stesso tempo) 3. Salvatierra, +20:58 min 4. Rodrigues, +26.16 5. Renet, +31.40

Pablo Quintanilla conclude la terza giornata del rally Sealine in prima posizione. I due sono in vetta alla classifica con gli stessi tempi

Quintanilla e Sunderland pari al Sealine Rally

La Husqvarna 450 Rally Factory del cileno Pablo Quintanilla conduce la classifica provvisoria dopo il primo dei cinque giorni del Rally del Qatar, seconda prova del campionato Cross Country Rally.  Alla fine dei 226 km di prove speciali, l'inglese&nbsp; Sam Sunderland&nbsp;su KTM Red Bull si &egrave; piazzato al secondo posto per appena un secondo, precedendo l'australiano Toby Price, anche lui su KTM ufficiale, a soli tre secondi.  Quarta l'Husqvarna del francese Pierre Alexander Renet, che si &egrave; piazzato a 1 minuto e 35 dalla vetta, davanti al boliviano Salvatierra a 2 minuti e 23.&nbsp; Settima posizione per un ottima Laia Sanz, su KTM ufficiale, alle spalle del portoghese Helder Rodriguez su Yamaha.  &nbsp;  &nbsp;

Distacchi infinitesimali fra i primi tre: soltanto due secondi. Settima piazza per Laia Sanz

Rally Qatar, Quintanilla leader

Alessandro Botturi sar&agrave; al via del Merzouga Rally in forza a Yamaha Racing insieme a Xavier Richard De Soultrait e Adrien Van Beveren.  Per il 'Bottu', si tratta di un gradito ritorno, mentre sono al debutto del MR i francesi Van Beveren, il fortissimo specialista delle corse su sabbia dal Touquet all&rsquo;Enduro del Verano, e De Soultrait.  Il Team Yamaha punta a giocare da protagonista oltre a sfruttare al meglio le grandi dune del deserto di Merzouga per lo shakedown della nuovissima moto con cui affronteranno la Dakar 2016.  Undici titoli italiani enduro alle spalle, 100 chili per 180 cm di altezza, ed un passato da rugbista professionista, il gigante di Lumezzane non si tira mai indietro e dar&agrave; il massimo anche questa volta.  &ldquo;Voglio assolutamente fare bene e lottare per le posizioni che contano&rdquo;, commenta Alessandro Botturi, &ldquo;questa sar&agrave; la mia terza partecipazione al Merzouga e punto ad essere tra i protagonisti. Il Merzouga &egrave; una corsa in cui la navigazione conta pi&ugrave; della velocit&agrave; pura, ma il livello quest&rsquo;anno &egrave; altissimo per cui occorrer&agrave; essere attenti nell&rsquo;interpretazione del road book e molto veloci&rdquo;.  Il team Yamaha Racing utilizzer&agrave; il &ldquo;Merzouga&rdquo; anche come importante test prima della Dakar.  &ldquo;Correremo con la moto 2016, un progetto sviluppato anche grazie al contributo di Helder Rodriguez. Io ho avuto modo di provara la nuova moto solo per un test e non vedo l&rsquo;ora di testarla in gara&rdquo;, continua il 'Bottu', &ldquo;&egrave; una moto molto pi&ugrave; bilanciata. Il progetto &egrave; completamente nuovo. Ci sono ad esempio 5 serbatoi, ben distribuiti davanti e dietro. Helder ha una grandissima esperienza e un termine di paragone importante (la Honda Rally, ndr), per cui sono molto fiducioso. Quest&rsquo;anno alla Dakar abbiamo sofferto per un progetto molto giovane. Ciononostante ero riuscito a recuperare ed ero 10&deg; e primo italiano quando sono stato costretto al ritiro&rdquo;.  &ldquo;Come vedo la competizione al Merzouga? Sono contento di potermi confrontare con le KTM ufficiali di Sam Sunderland e Matthias Walkner. Sono due piloti giovani e molto forti. Saranno sicuramente i piloti da battere.&nbsp; Non saranno da sottovalutare neanche Olivier Pain e Stefan Svitko. Quanto a Meo, sar&agrave; bello confrontarsi nel deserto del Merzouga. Nell&rsquo;enduro non ho mai sfidato direttamente Antoine Meo e Pela Renet, adesso in forza alla KTM Rally, perch&eacute; ero gi&agrave; passato ai rally, ma li ho sempre seguiti. Correre insieme sar&agrave; una sfida emozionante&rdquo;, conclude Botturi.  L&rsquo;appuntamento con la sesta edizione del Merzouga Rally &egrave; dal 10 al 16 ottobre 2015.

Il Team Yamaha punta a giocare da protagonista oltre a sfruttare le dune del deserto di Merzouga per lo shakedown della nuova moto per la Dakar 2016

Botturi al Merzouga Rally

Il weekend appena trascorso &egrave; stato memorabile per il Team Honda-Zanardo, vincitore con Alex Salvini della classe E2 nel GP del Portogallo, terza prova del Campionato mondiale Enduro, andato in scena sabato 16 e domenica 17 maggio a Gouveia.  Dopo la vittoria ottenuta sabato, Salvini domenica ha concluso nuovamente sul podio della E2 a soli 32 centesimi dalla seconda posizione e a 11 secondi dalla prima.  L&rsquo;ultimo trionfo era stato quello del GP d&rsquo;Italia a Lumezzane lo scorso agosto: con quello del Portogallo vengono ribadite le caratteristiche prestazionali della Honda- CRF 450R Enduro&nbsp; del pilota bolognese. I numeri di Salvini nelle 23 speciali parlano chiaro: sabato ha vinto quattro prove, sette volte &egrave; stato secondo e una terzo, mentre domenica ne ha vinte cinque, tre volte ha chiuso terzo, una quarto e due volte sesto. Dei suoi diretti avversari, Meo ha vinto complessivamente nove prove, mentre Renet si &egrave; imposto solo due volte, segno evidente dell&rsquo;elevatissimo ritmo imposto da Salvini.  &ldquo;Sono molto contento per la vittoria ottenuta sabato, anche se devo dire che &egrave; stata una gara combattuta fino all&rsquo;ultimo", ha detto Alex Salvini. "Domenica sono ripartito forte e molto motivato, poi ho fatto un terzo giro disastroso, ho perso quattro secondi nell&rsquo;estrema e undici in quella cross per due errori nell&rsquo;entrata in curva. Questi due piccoli sbagli mi sono per&ograve; costati non solo la gara, ma anche la seconda posizione, che era alla mia portata. Ho provato a spingere di pi&ugrave; nelle ultime due speciali, ma purtroppo non &egrave; bastato per battere il miglior tempo, cos&igrave; ho concluso a 0.32 dal secondo classificato&rdquo;.    Bene &egrave; andato anche Thomas Oldrati: il pilota del Team BBM Husqvarna Motorcycles Italia ha tagliato il traguardo del Gran Premio del Portogallo in sesta e quinta posizione nella classe E3.  &ldquo;Le tre differenti speciali erano tutte molto tecniche e su terreni completamente differenti. L&rsquo;estrema era tracciata su enormi rocce e passaggi molto polverosi, la linea comprendeva tratti veloci e tecnici tra scogli di granito simili un paesaggio lunare, la cross non lasciava il minimo margine d&rsquo;errore per la presenza di pietre e terreno friabile", spiega Oldrati. "Anche il percorso, ricco di ghiaia friabile e pietre d&rsquo;ogni genere, ha fatto la differenza, cos&igrave; la mia prova in parte ne ha risentito. Il caldo non ci ha aiutato. E&rsquo; stata una bella battaglia con i miei avversari; sabato non sono riuscito a brillare come avrei voluto, mentre domenica mi sono difeso bene lottando sempre per le prime cinque posizioni. La cosa importante &egrave; che con questi due piazzamenti ho confermato di poter essere tra i protagonisti della mia classe, dove ora occupo la sesta posizione in campionato&rdquo;.  Fiammetta La Guidara  &nbsp;

Nella terza prova del mondiale Enduro i colori italiani sono stati tenuti in alto da Alex Salvini e Thomas Oldrati. Ecco il loro racconto

Alex Salvini e Thomas Oldrati brillano in Portogallo

La tappa del mondiale di enduro a Lumezzane ha portato all'assegnazione di due titoli, con Christophe Nambotin e Pela Renet (nella foto) incoronati rispettivamente campioni del mondo in Enduro 1 Enduro 2. La seconda giornata di gare a del GP d'Italia &egrave; stata caratterizzata dalle piogge torrenziali, dalle quali&nbsp; Nambotin e&nbsp; Renet hanno avuto i migliori risultati. Si &egrave; trovato ben a suo agio anche il nostro Alex Salvini, che ha replicato la vittoria della prima giornata, infilando il secondo successo stagionale.  Nella classe Enduro 3, il leader della classifica iridata Matt Phillips, su KTM, si &egrave; fratturato un piede nel primo giro e al comando &egrave; andato il nostro Oscar Balletti, che ha conquistato la vittoria di giornata. "E' un risultato incredibile per me", ha detto l'italiano della KTM. "E' la mia prima vittoria in assoluto nel mondiale enduro - sono felicissimo". Risultati a sopresa anche per l'ex campione del mondo della classe E3, David Knight, che &egrave; tornato dopo 12 mesi di assenza dal mondiale, e si &egrave; piazzato in una brillante seconda posizione davanti al francese Jeremy Joly. Non &egrave; riuscito, invece, a capitalizzare l'uscita di Phillip il suo rivale nel mondiale, Ivan Cervantes, quinto al traguardo alle spalle di Simone Albergoni.  Nella classe E1, Nambotin non aveva bisogno di lottare per la vittoria per assicurarsi matematicamente il mondiale. Ma il francese ha conquistato anche la vittoria della giornata. "Questo &egrave; un momento molto speciale per me", ha detto il neocampione. "Correre nella E1 &egrave; stata una grossa sfida pe me - &egrave; stata dura, ma ho dato sempre il 100%". Seconda posizione per lo spagnolo Cristobal Guerrero, davanti ad un Thomas Oldrati al suo primo podio della stagione.  Nella  Enduro 2 Alex Salvini ha infilato la seconda vittoria del weekend, suggellando una indimenticabile gara di casa. "E' stato un weekend perfetto", ha detto Salvini. "Le condizioni erano difficili, ma ho mantenuto la concentrazione e ho fatto quello che serviva per vincere. Congratulazioni anche a Pela per aver vinto il titolo, ha fatto una stagione ottima". Seconda posizione per lo spagnolo Lorenzo Santolino, mentre a Pela Renet &egrave; bastato il terzo posto per aggiudicarsi il mondiale. "Non c sono parole per descrivere questo momento", ha detto Renet. "Oggi &egrave; stata dura con la pioggia, ma mi sono concentrato sulla corsa per il titolo. E' il mio secondo mondiale, ed &egrave; fantastico".  Nella Enduro Junior sul gradino pi&ugrave; alto del podio &egrave; salito Daniel McCanney, che ha preceduto Giacomo Redondi e il francese Loic Larrieu.  Lunga pausa ora per il mondiale Enduro, che si concluder&agrave; con il GP di Francia, nel weekend del 13 e 14 settembre. Fiammetta La Guidara

Due titoli assegnati al GP d'Italia di Lumezzane. Alex Salvini sigla la doppietta in E2

Enduro: Nambotin e Renet campioni del mondo

Nel primo giorno di mondiale Enduro a Lumezzane, nella classe E2, il campione in carica Alex Salvini ha siglato la sua prima vittoria stagionale. Salvini ha conquistato la leadership della gara verso la fine del primo giro ed &egrave; rimasto davanti a tutti fino alla conclusione della giornata "E' fantastico tornare a vincere ed &egrave; perfetto riuscire a farlo proprio in Italia", ha confermato Salvini. "E' stata una stagione difficile e speriamo che questa vittoria dia l'avvisio ad una serie positiva". Secondo il francese Pela Renet, nonostante una partenza nn troppo brillane, mentre lo spagnolo Lorenzo Santolino, ha conquistato il suo primo podio in E2.&nbsp; Peccato per la caduta di Blazusiak, terzo per la prima met&agrave; della giornata e alla fine quarto al traguardo davanti allo spagnolo Oriol Mena.  Nella classe E3 l'australiano Matt Phillips su KTM era partito con una missione e l'ha portata a termine chiudendo vittorioso la prima giornata. Siglando il giro veloce nel primi sei delle nove prove di giornata, Phillips si &egrave; costruito un vantaggio che lo ha reso imprendibile e non &egrave; mai pi&ugrave; stato messo in discussione. "Sono felicissimo di come sia anata - ha detto Phillis - Dall'inizio sapevo cosa dovevo fare e ho spinto molto per andae subito davanti. Vincere &egrave; una bellissima sensazione". Alle sue spalle, la lotta per i restanti gradini del podio &egrave; stata intensa. L'estone Aigar Leok &egrave; rimasto a lungo al secondo posto, puntando a quella che sarebbe stata la sua miglior prestazione stagionale, ma un errore nelle ultime fasi gli &egrave; costato il piazzamento. A capitalizzare lo sbaglio di Leok &egrave; stato lo spangolo Ivan Cervantes, che ha conquistato la seconda piazza proprio davanti a Leok, al suo primo podio della stagione. A quattro ssecondi da Cervantes ha chiuso il francese Jeremy Joly, davanti al nostro Simone Albergoni, ottimo quinto sulla KTM.  In Enduro 1 il leader del campionato, Christophe Nambotin &egrave; stato saldamente al comando fin dal via. "Ho guidato forte, non ho commesso e errori, e mi sono assicurato la vittoria. Speriamo di poter vincere il mio primo titolo in E1&nbsp; gi&agrave; domani", ha concluso Nambotin. Seconda piazza per Anthony Boissiere davanti al finlandese Eero Remes, mentre il nostro Thomas Oldrati ha chiuso in quanta posizione alle spalle di Cristobal Guerrero.  Nella Enduro Junior vittoria per Giacomo Redondi, davanti a Daniel McCanney e Alessandro Battig. Fiammetta La Guidara

L'italiano ha colto la prima vittoria stagionale nella classe E2. Oggi la seconda giornata di gare

94 risultati per 'Renet'